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Scopri l'Umbria

L’Umbria, cuore verde d’Italia, è una regione dai colori vivaci e dalle persone semplici; ha da offrire un patrimonio vastissimo di arte, cultura, natura, artigianato ed enogastronomia.

Chi c’è già stato è sempre pronto a tornarci e chi non l’ha ancora visitata non vede l’ora di farlo! Il vate tedesco J.W. Goethe visitò l’Umbria durante il suo Grand Tour del 1786 e rimase colpito dalla bellezza della nostra regione; ma anche numerosi altri artisti e letterati negli anni passarono da queste parti, non ultimo Giosuè Carducci, che così scriveva su Assisi: “Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola umbra: che linee d’orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad Assisi: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l’arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e San Francesco”.

Partendo dall’Hotel Vega, gli itinerari turistici da poter fare nei dintorni e all’interno della provincia di Perugia sono vari e pregevoli; il nostro personale saprà certamente darvi preziosi suggerimenti su come godere al meglio del tempo a disposizione, in ogni stagione e con ogni temperatura!

La città più vicina al nostro hotel è senza dubbio PERUGIA, una città d’arte ricca di storia e di monumenti, fondata dagli Etruschi e intorno al 295 a.C. conquistata dai romani (Augusta Perusia). All’interno del centro storico del capoluogo umbro si diramano una serie infinita di percorsi urbani che vi porteranno a scoprire meravigliosi vicoli nascosti, piccole perle artistiche e panorami mozzafiato.

Partendo da Perugia e proseguendo verso ovest, si trova CORCIANO, cittadina medievale inserita nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia” ed il LAGO TRASIMENO, con il suo grande patrimonio faunistico, le tre isole (Polvese, Maggiore e Minore) e la specialità culinarie a base di pesce di lago.

Spostandosi invece verso sud, troviamo due interessanti località rispettivamente legate alla produzione vinicola e all’artigianato: TORGIANO e DERUTA. Torgiano , rinomata per la produzione di vini DOC e DOCG, è sede del Museo dell’Olivo e dell’Olio e del Museo del Vino, entrambi voluti dalla Famiglia Lungarotti. Deruta, invece, è patria della ceramica artistica umbra: le botteghe artigiane sono ricche di maioliche dipinte a mano con i vari stili pittorici di Deruta (Raffaellesco, Ricco Deruta, ecc.) e i turisti possono visitare anche il Museo Regionale della Ceramica. Esso è il più antico museo italiano per la ceramica; istituito nel 1898, conserva oltre 6000 opere ed è ospitato nel trecentesco complesso conventuale di San Francesco, interamente restaurato.

Partendo da Perugia e dirigendosi verso est, troviamo la città simbolo dell’Umbria: ASSISI, patrimonio dell’Unesco dal 2000, città natale di San Francesco e di Santa Chiara, la Seraphica Civitas viene visitata ogni anno da milioni di persone. Non distante da Assisi e collocata ai piedi del Monte Subasio, si erge SPELLO: il terreno intorno alla cittadina è coltivato a cereali, viti ed olivi. È da quest’ultima pianta che Spello trae il suo più prezioso prodotto gastronomico: l’olio extravergine d’oliva. Non a caso la città, oltre ad essere annoverata tra i borghi più belli d’Italia, fa parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio.

Assisi

20 km

Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d'alto monte pende, onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo.

Di questa costa, là dov'ella frange più sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo talvolta di Gange.

Però chi d'esso loco fa parole, non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Orïente, se proprio dir vuole.

Dante Alighieri - Paradiso Canto XI

Con queste parole Dante descrive la città di Assisi e il suo santo, San Francesco, padre della regione e patrono d’Italia. Insieme a Santa Chiara, Francesco è simbolo della rinuncia ai beni terreni per una vita di povertà e carità, dell’amore per gli uomini e per gli animali, della santità per eccellenza.

Migliaia di turisti e pellegrini, italiani e stranieri, vengono ogni anno ad Assisi per conoscere la seraphica civitas e per visitare i luoghi dove San Francesco visse, pregò e morì.

A cominciare dalla Basilica Papale di San Francesco, con i bellissimi affreschi di Giotto e Cimabue:

“Non erano passati due anni dalla morte di S. Francesco che già Frate Elia, il successore al comando dell’Ordine, riceveva in dono un appezzamento di terreno, fuori dalla porta occidentale di Assisi, un luogo scosceso del monte Subasio dove si impiccavano i malfattori e perciò chiamato il Colle dell’Inferno. Su quel luogo già maledetto sarebbe sorta una grandissima chiesa che avrebbe accolto la salma del grande Santo”.

Il Santuario di San Damiano, dove si trova il Crocifisso che parlò al santo, l’Eremo delle Carceri, dove San Francesco e i suoi seguaci si ritiravano a pregare e la Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove il santo morì il 3 ottobre 1226, sono altri luoghi e testimonianze della sua mistica vita.

Legate alla figura di San Francesco, sono sorte nel corso dei secoli molte feste e tradizioni religiose: le Celebrazioni Francescane (4 ottobre), durante le quali è tradizione che ogni anno una regione venga ad offrire il “suo olio” per San Francesco, il Perdono di Assisi (2 agosto) e la Settimana Santa precedente la Pasqua, durante la quale si svolgono sia cerimonie liturgiche che paraliturgiche come la Scavigliazione del Giovedì Santo.

Ma Assisi non è interessante solo per il suo lato religioso: rievocazioni storiche come il Calendimaggio o il Palio di San Rufino richiamano ogni anno tantissimi visitatori da ogni parte d’Italia e del mondo.

Assisi patrimonio Mondiale UNESCO

La città di Assisi, la Basilica Papale di San Francesco, quella di Santa Maria degli Angeli e gli altri luoghi francescani, con la quasi totalità del territorio comunale, costituiscono un sito inserito nella lista del Patrimonio Mondiale. L’iscrizione, avvenuta nell’anno 2000, si basa sul riconoscimento di una unicità di “paesaggio culturale” composto di beni materiali e immateriali.

Cinque criteri (sui sei contemplati nella Convenzione del 1972) sono stati colti:

(i) Assisi rappresenta un insieme di capolavori del genio creativo umano come la Basilica di San Francesco, riferimento fondamentale per la storia dell’arte in Europa e nel mondo;

(ii) la diffusione del messaggio artistico e spirituale dell’Ordine Francescano ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo dell’arte e dell’architettura nel mondo;

(iii) Assisi è un esempio unico di continuità di una città santuario nel suo ambiente naturale dalle sue origini umbro-romane e medievali fino ai giorni nostri, rappresentato dal paesaggio culturale, dagli insiemi religiosi, dai sistemi di comunicazione e da un tradizionale uso del territorio;

(iv) la Basilica di San Francesco è un eccezionale esempio di un tipo di complesso architettonico che ha influenzato in maniera significativa lo sviluppo dell’arte e dell’architettura stessa;

(vi) Assisi, luogo di nascita dell’Ordine Francescano, è stata strettamente associata fin dal medioevo al culto e alla diffusione dello stesso movimento francescano nel mondo, trasmettendo un messaggio universale di pace e di tolleranza.

Gubbio

35 km

Un’altra bellissima città umbra è Gubbio, famosa in Italia e nel mondo per l’annuale Festa dei Ceri, una manifestazione di origini secolari che si svolge ogni anno il 15 maggio, vigilia della festa del patrono Sant’Ubaldo (www.festadeiceri.it).

I Ceri sono tre gigantesche strutture di legno del peso di circa quattro quintali ognuna, sormontate dalle statue di Sant'Ubaldo, San Giorgio e Sant'Antonio, portate a spalla lungo le caratteristiche vie del centro storico sino alla vetta del monte Ingino, dove sorge la basilica del patrono Sant'Ubaldo cui la Festa dei Ceri è dedicata. Il percorso vede i "ceraioli" impegnati in una corsa sfrenata, seguiti da una folla immensa, che partecipa con entusiasmo e pervasa da profonde emozioni.

La festa, che si svolge nell'arco della giornata, è una delle manifestazioni religiose popolari più singolari non solo in Italia ma nel mondo. È impregnata di una fortissima emotività mistica in grado di trascinare tutto il pubblico che vi partecipa. I Ceri di Gubbio sono stati assunti a stemma della Regione Umbria.

L’ultima domenica di maggio si svolge, invece, il Palio della Balestra, una gara di tiro a segno con la balestra medievale da postazione, di cui si trovano già tracce in un documento del 1410 e alla quale concorrono la Società Balestrieri Gubbio e la Società Balestrieri San Sepolcro (www.balestrierigubbio.com).

Da 25 anni a Gubbio si tiene il Gubbio Summer Festival, manifestazione culturale internazionale che vede ogni anno protagonisti celebri musicisti, docenti e concertisti, ed innumerevoli giovani talenti provenienti da tutto il mondo.

Gubbio non è solo eventi, ma anche gastronomia (tartufo, crescia, olio), artigianato (ceramica, liuteria), storia, arte e monumenti (Palazzo dei Consoli, Basilica di Sant’Ubaldo, Teatro Romano).

Orvieto

79 km

Orvieto sorge su una rupe di tufo e, tramite testimonianze archeologiche tuttora ben visibili all’interno della città e nelle necropoli situate nei dintorni, è stata identificata come l’antica città-stato etrusca Velzna, dove ogni anno gli abitanti dell'Etruria vi confluivano per celebrare riti religiosi, giochi e manifestazioni.

Una delle più importanti testimonianze della fiorente epoca etrusca vissuta dalla città è la Necropoli del Crocifisso del Tufo, una necropoli etrusca situata alla base della rupe di Orvieto. Secondo la concezione della vita ultraterrena propria della civiltà etrusca, anche nell'aldilà il morto continuava una sorta di esistenza parallela, per cui al momento della sepoltura si accompagnava la salma con un corredo funebre formato da oggetti che potessero risultare utili al defunto: è per questo che all'interno delle tombe sono stati ritrovati fibule, specchi, lance per gli uomini, monili per le donne, vasi e oggetti in bronzo, terracotta e buccheri in stile etrusco o ellenistico. Purtroppo, al momento degli scavi avvenuti nel XIX secolo, ci furono diversi problemi organizzativi e molti reperti furono dispersi in vari musei in giro per l’Europa. Nel secolo successivo a partire dal 1961, il suddetto materiale fu in gran parte recuperato e classificato: ora è esposto al Museo Faina di Orvieto.

Un’altra peculiare testimonianza degli antichi abitanti di Orvieto è il bellissimo dedalo di grotte che si snoda sotto la città: Orvieto underground, un succedersi, apparentemente senza fine, di cunicoli, scale, passaggi inattesi, stanze sovrapposte sulle cui pareti si può leggere, in mille e mille piccole nicchie quadrangolari, la secolare avventura della nascita di questa “città sotterranea”.

Due altre meraviglie architettoniche situate nel cuore di Orvieto sono il Pozzo della Cava e il Pozzo di San Patrizio, quest’ultimo ritenuto un vero e proprio capolavoro di ingegneria, costituito da due rampe elicoidali a senso unico, che consentivano di trasportare con i muli l'acqua estratta, senza ostacolarsi e senza dover ricorrere all'unica via che saliva al paese dal fondovalle. Il pozzo è profondo quasi 54 metri, ha 248 scalini e 70 finestroni. Il Pozzo di San Patrizio, originariamente denominato Pozzo della Rocca per la sua vicinanza con la rocca albornoziana, prese poi il nome dal santo irlandese, in base alla leggenda legata ad una profonda caverna situata appunto in Irlanda dove si narra che Dio avesse indicato a San Patrizio di ritirarsi in preghiera affinché potesse mostrare le pene dell'Inferno ai fedeli più increduli, che vi si fossero avventurati sino a raggiungere il fondo. In cambio costoro avrebbero ottenuto la remissione dei peccati e l'accesso al Paradiso.

Ma il simbolo per eccellenza della cittadina è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria Assunta – semplicemente il Duomo per gli orvietani, capolavoro dell’architettura gotica italiana, la cui stupenda facciata è decorata da una serie di bassorilievi e sculture realizzati dall’architetto senese Lorenzo Maitani. La costruzione della chiesa fu avviata nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, allo scopo di dare degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena. Nel 1408-1444 venne costruita la Cappella di San Brizio, situata nel transetto destro del Duomo e affrescata però solo più tardi (1447-1504); la Cappella è celebre per il ciclo di affreschi con Storie degli ultimi giorni, avviato nelle vele da Beato Angelico e Benozzo Gozzoli nel 1447 e completato da Luca Signorelli nel 1499-1502.

Tanti altri sono i luoghi ad Orvieto che meritano una visita, ma la città vive anche di eventi e manifestazioni uniche, come Umbria Jazz Winter, Umbria Folk Festival e le Festa di Santa Perduta; per la tradizione è importante citare la Festa della Palombella, con la quale annualmente si festeggia la Pentecoste. La festa risale addirittura al 1400 e si svolgeva all’interno del Duomo con questa procedura: una bianca colomba legata con nastri rossi ad una raggiera, discende, sospinta da razzi, lungo un cavo di acciaio teso fra il tiburio della Chiesa di San Francesco ed un Cenacolo, che riproduce il disegno del Reliquiario di San Savino opera degli orafi senesi Ugolino di Vieri e Viva di Lando, che viene allestito davanti alla porta maggiore della Cattedrale. Quando La "Palombella" al termine della sua corsa, giunge al Cenacolo "s'incendiano i mille botti" , come pittorescamente annota un antico cronista, scoppia cioè una nutrita salva di mortaretti e sulla testa della Madonna e degli Apostoli raffigurati in atto di preghiera si accendono le rosse fiammelle di cui parlano le Sacre Scritture.

Perugia

7 km

Città etrusca e poi romana (Ottaviano la chiamò “Augusta Perusia” durante il suo impero), Perugia conosce la sua massima espansione nel Medioevo, fino a divenire nel XII secolo uno dei Comuni più importanti d’Italia. Controllata da vari signori nel corso degli anni, nel 1524 Perugia si sottomette al governo della Chiesa, con la quale ci saranno costanti attriti e tensioni. I simboli di questa situazione politica sono tutt’ora visibili nella composizione urbanistica e architettonica del centro cittadino (Piazza IV Novembre), con il bellissimo Palazzo dei Priori e la monumentale Cattedrale di San Lorenzo. Al piano terra del Palazzo dei Priori, edificato tra il 1293 ed il 1443, vi è il Collegio del Cambio con all’interno la bellissima Sala delle Udienze, completamente affrescata da Pietro Perugino e dalla sua Scuola tra il 1498 ed il 1507. Sempre al piano terra del Palazzo dei Priori è il Collegio della Mercanzia, sede dell'omonima corporazione medievale, mentre al piano più alto del Palazzo vi è la Galleria Nazionale dell’Umbria, importantissima pinacoteca contenente la maggiore raccolta di opere dell’arte umbra e dell'Italia centrale, dal XIII al XIX secolo.

Importanti tracce dell’origine etrusca di Perugia, sono monumenti situati in pieno centro città come l’Arco ed il Pozzo Etrusco oppure, uscendo dalle mura cittadine, l’Ipogeo dei Volumni, una tomba etrusca appartenuta alla gens Volumnia e che fa parte della più vasta Necropoli del Palazzone.

Per visitare al meglio questa bellissima città, ricca di arte e di testimonianze storiche, consigliamo di percorrerla seguendo i 5 itinerari tradizionali, che prendono il nome dai rioni esistenti sin dall’ XI secolo. Gli itinerari si susseguono in senso antiorario dal nord al sud della città:

ITINERARIO DI PORTA SOLE Il simbolo del rione è il sole, in relazione all’esposizione topografica a est, associato al colore bianco. Il santo protettore san Romualdo. Da qui partiva la strada regale verso il Tevere, fino alla Flaminia.

ITINERARIO DI PORTA SANT’ANGELO Il rione deriva il nome dall’antico tempio di San Michele Arcangelo, cui si collega lo stemma raffigurante due ali con la spada. Il colore è il rosso, come la spada fiammeggiante dell’angelo guerriero. Dalla porta, volta a nord, usciva la strada regale verso Gubbio.

ITINERARIO DI PORTA SANTA SUSANNA Il rione prende il nome dalla santa protettrice, che compare anche come simbolo, oltre all’orso e alla catena. Il colore è l’azzurro, anche in relazione alle acque del lago Trasimeno, raggiungibile da questa porta, orientata a ovest, attraverso la strada in direzione di Cortona.

ITINERARIO DI PORTA EBURNEA Il rione ha come simbolo la torre sopra un elefante bardato, da cui deriverebbe il nome in relazione all’avorio. Il colore è il verde, forse in riferimento agli orti lungo questo versante.

ITINERARIO DI PORTA SAN PIETRO Il rione, definito “borgo bello”, ricco di arte e di verde, orientato a sud-est, prende il nome dal santo protettore. San Pietro è anche simbolo del rione, insieme alle chiavi incrociate, avendo soppiantato nel tempo il leone e il sasso, in ricordo della litomachia in uso presso il Campo di Battaglia (odierna via XIV Settembre). Il colore associato è il giallo, il colore del grano che entrava dalla Porta.

Eventi a Perugia

Durante tutto l’anno, Perugia è una città che offre un calendario di eventi alquanto ricco e interessante, a cominciare da mostre d’arte pittorica e fotografica, concerti e manifestazioni musicali internazionali (Umbria Jazz Festival, Sagra Musicale Umbra, ecc.), eventi enogastronomici (Eurochocolate) e mostre mercato (Perugia Flowershow, Umbrialibri, ecc.).

Una tappa che non può mancare nei vostri itinerari alla scoperta del capoluogo umbro è sicuramente la visita al Museo della Casa del Cioccolato Perugina, dove, oltre a ripercorrere la storia di questa importantissima azienda locale, potrete addentrarvi all’interno della fabbrica per conoscerne la filiera produttiva e degustarne i freschissimi e rinomati prodotti dolciari (cioccolatini, pasticcini, caramelle, ecc.).

Spello

25 km

Situata sull’estremo declivio del Monte Subasio, Spello fa parte del club “I Borghi più Belli d’Italia” che la descrive come “un libro prezioso composto da tante pagine da sfogliare con calma”, all’interno del quale si possono respirare la storia, l’arte e l’amore per il bello.

Spello, città d’arte e di cultura, è patria di numerosi artisti e delle loro botteghe d’arte e di artigianato locale (lavorazione del ferro battuto, tessuti umbri); è culla di storia e di tradizione, come quella legata alle Infiorate del Corpus Domini, dove l’abilità degli infioratori spellani si tramanda di generazione in generazione: essi lavorano un’intera notte per realizzare tappeti e quadri floreali che si snodano per le vie del centro storico destinati ad onorare il passaggio del Corpo di Cristo, portato in processione dal vescovo la domenica mattina.

Le Infiorate artistiche di Spello in onore del Corpus Domini risalgono ai primissimi decenni del ‘900, grazie all’iniziativa di una donna che, intorno al 1930, disegnò sulla strada una semplice figurazione floreale con ginestre e finocchi, ottenendo il plauso degli abitanti del paese i quali vollero subito imitarla, avviando una sfida “positiva” per la realizzazione di opere sempre più belle e grandi. Ed è così che in poco tempo prese piede a Spello la composizione artistica del tappeto fiorito che trasformò la festa del Corpus Domini in un’occasione gioiosa in cui tutte le famiglie e poi gruppi di infioratori sempre più esperti potevano confrontare i propri lavori e premiare quelli giudicati migliori per abilità tecnica, precisione e creatività.

Altri interessanti eventi che hanno luogo annualmente a Spello sono il Festival del Cinema (febbraio), Finestre, balconi e vicoli fioriti (concorso per l’abbellimento con decorazioni floreali di vicoli, spazi urbani e particolari abitativi esterni), Hispellum – Festa romana in ricordo dei fasti della Splendidissima Colonia Julia e l’Oro di Spello, che si propone di valorizzare tutto ciò che per la città è tesoro, con particolare attenzione all’olio extravergine di oliva, il prodotto enogastronomico più rappresentativo e importante del territorio. Numerose sono le iniziative tese a promuovere tutte le ricchezze della città: le eccellenze produttive, il paesaggio e le tradizioni culturali (www.prospello.it).

Tra i monumenti di maggior pregio artistico e storico, segnaliamo la Collegiata di Santa Maria Maggiore, che ospita splendidi affreschi del Pintoricchio, le varie porte della città e la Pinacoteca Civica, con affreschi, dipinti, sculture e opere di oreficeria che provengono da varie chiese del territorio, dal Comune di Spello e da alcune donazioni da parte di privati.

Il Pintoricchio

Bernardino di Betto, detto Pintoricchio, nasce tra il 1456 e il 1460 a Perugia da una modesta famiglia di artigiani. Fin da ragazzino comincia a fare pratica con pennelli e colori nella bottega che il miniatore Giapeco Caporali apre vicino alla sua casa. Sono gli anni in cui Perugia vive un grande fervore artistico grazie alla presenza di grandi artisti del rinascimento italiano tra cui Gentile da Fabriano, Beato Angelico, Bartolomeo Caporali e il divin pittore, il Perugino. A questa splendida stagione artistica umbra partecipa anche il giovane Bernardino, ma Pintoricchio raggiungerà la maturità artistica in giro per l’Italia (soprattutto Roma e Siena).

Anche a Spello sono presenti importanti opere dell’artista: la Chiesa di Santa Maria Maggiore custodisce una cappella interamente affrescata da Pintoricchio, su commissione di Troilo Baglioni, tra la fine dell’estate del 1500 e la primavera del 1501. Nella cappella si trova l’Autoritratto dell’artista, una sorta di provocatoria risposta all’autoritratto del Perugino: Bernardino figura con il volto di tre quarti, i lineamenti scavati e quasi sofferenti ma fieri.

Pintoricchio, particolarmente interessato alle “arti minori” come oreficeria, miniatura maiolica e arte tessile, riempirà i suoi affreschi di dettagli raffiguranti gioielli di ogni tipo, ceramiche, tessuti, paramenti sacri e capi d’abbigliamento alla moda, libri miniati, intagli e tarsie lignee, sempre disegnati e dipinti con un gusto e una fantasia che sottintendono spesso una consapevolezza tecnica e formale; prove di questa sua poliedricità artistica

Todi

45 km

A proposito della nascita della città di Todi, una leggenda narra che essa fu costruita così in alto (418 metri s.l.m.) perché un’aquila, mentre erano già stati iniziati i lavori per la costruzione della città sulle rive del fiume, avrebbe indicato proprio il punto più alto del colle con la tovaglia sopra la quale stavano mangiando i costruttori; gli abitanti della valle presero questo come un segno del destino e decisero di costruire lì la loro città.

La storia vuole, invece, che Todi sia stata costruita dagli Umbri tra l’ VIII e il VII secolo e annessa all’Etruria tra il V e il IV sec. a.C., periodo durante il quale viene costruita la prima grande cerchia di mura che racchiude la città.

Nel I secolo a.C. Todi diventa Municipio Romano e della civiltà romana rimangono ancora alcuni resti come le imponenti Cisterne Romane, oltre 5 chilometri di cunicoli e gallerie, più di 30 cisterne, preromane, romane e medievali, 500 pozzi di varie epoche formano il ricchissimo patrimonio sotterraneo della città.

Dopo le invasioni barbariche e la guerra gotica (535-553), Todi viene annessa, con il resto d'Italia, all'Impero bizantino. Resterà romano-orientale anche a seguito dell'invasione longobarda, entrando a far parte, con Perugia ed altri centri umbri, del cosiddetto corridoio bizantino. Durante il Medioevo è libero comune e poi signoria, prima di entrare a far parte dello Stato della Chiesa, periodo durante il quale Todi comincia la sua lenta ma continua decadenza.

Grazie ad Angelo Cesi, vescovo di Todi dal 1566 al 1572, la città subisce un nuovo impulso e torna a rifiorire; infatti sotto la sua guida vengono effettuati importanti lavori urbanistici ed architettonici quali la costruzione della Fontana della Rua o Cesia, della Chiesa del Crocifisso e del Tempio della Consolazione.

Tra i monumenti più belli della città tuderte, c’è sicuramente Piazza del Popolo, una delle piazze più belle d’Italia e perfettamente rappresentativa dell’epoca dei Comuni; la piazza è circondata da magnifici edifici quali: Palazzo del Capitano, con la ricchissima Pinacoteca Comunale, e Palazzo del Popolo, il più antico palazzo pubblico della piazza e storica sede del Comune.

Il Duomo dell’Annunziata è una delle chiese più importanti dell’Umbria e ospita pregevoli affreschi del pittore faentino Ferraù da Faenza.

Il Tempio di Santa Maria della Consolazione, che sorge fuori dalle mura cittadine, è una grandiosa chiesa rinascimentale eretta probabilmente su progetto del Bramante.

Per quanto riguarda gli eventi, tra i più interessanti ricordiamo il Todi Festival, una rassegna annuale di teatro di prosa e lirico, di danza, di musica colta e etnica, di arti visive e di incontri letterari che si svolge solitamente a cavallo tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, e la mostra mercato florovivaistica Todifiorita (maggio).

Todi è anche sede di una delle più antiche e prestigiose mostre mercato d’antiquariato del mondo, Rassegna Antiquaria d’Italia, la quale si caratterizza da sempre per la ricchezza e per l’importanza delle sue attività, impreziosite dalla raffinata cornice dei prestigiosi palazzi e delle sedi storiche del centro.